lunedì 2 febbraio 2015

Mattarella presidente, Fedi (Pd) a ItaliaChiamaItalia: l’ho conosciuto, farà bene

Sergio Mattarella presidente della Repubblica. Giurerà martedì, di fronte al Parlamento

Marco Fedi, deputato eletto all’estero e residente in Australia, ha conosciuto personalmente il nuovo capo dello Stato, nel 2006. E a ItaliaChiamaItalia racconta: “Ho conosciuto Sergio Mattarella, perché a conclusione della sua carriera parlamentare è stato capogruppo della commissione Esteri alla Camera, eravamo parlamentari dell’Ulivo all’epoca, e ho potuto avere con lui un rapporto privilegiato in qualità di componente della commissione. Poi nel 2008 io sono stato rieletto, lui ha concluso la sua carriera parlamentare e tempo dopo è stato votato dal Parlamento, anche da me, come giudice costituzionale”. 
Per Fedi “è stato un piacere avere l’opportunità di contribuire a eleggerlo presidente della Repubblica. Grande statura morale, all’altezza del compito, sia per le sue qualità professionali che per la conoscenza del diritto costituzionale e della politica. E’ una personalità adatta perché ha forti basi tecniche e di conoscenza politica. Ha conosciuto anche la parte organizzativa della politica perché è stato un dirigente prima della Dc, poi della Margherita, poi ha contribuito a fare nascere il Pd. Non c’era nulla che potesse ostacolare la sua elezione da parte dei grandi elettori del centrosinistra. Inoltre è stato votato anche da personalità del centrodestra, ricompattando in qualche modo il Parlamento sul prosieguo della attività riformatrice in Italia”.
Cosa dobbiamo attenderci da Mattarella presidente?
“Dai presidenti ci si attende sempre fatti simbolici, perché in sé il capo dello Stato – secondo Costituzione - non ha poteri esecutivi. Da lui ci si attende che sia un garante, che tenga conto della carta costituzionale. E poi i richiami che il presidente della Repubblica può fare in relazione alle emergenze di politica nazionale e di attualità. Mi pare lo abbia già fatto nelle poche parole dette appena eletto, ricordando l’Italia che soffre, l’emergenza occupazionale, la povertà. Questa è già una dimostrazione del simbolo e del percorso politico che ha svolto. Francamente aspettarsi di più da un presidente sarebbe sbagliato. Sarà comunque una presidenza improntata alla sobrietà, alla correttezza, alla rettitudine morale e non ho dubbio che Mattarella sarà custode attento della Costituzione. Seguirà anche la vicenda politica in maniera molto attenta”.
Con l’elezione di Mattarella il patto del Nazareno si è rotto?
“Io del patto del Nazareno ho sempre dato questa mia personale lettura: la mia visione è sempre stata che in quell’accordo vi fossero solo le riforme costituzionali e la legge elettorale. Null’altro. E’ lecito presumere che quando ci si siede intorno a un tavolo qualcuno possa cercare di mettere nell’accordo altre questioni. O almeno, che questo si aspetti. La dimostrazione di quello che è avvenuto è che nell’accordo c’era solo quello e non altro”.
D’accordo, ma a questo punto le riforme si fermano? La legge elettorale troverà più ostacoli sul proprio cammino?
“Io spero che tutti ragionino su questo. Noi abbiamo intrapreso questi percorsi di riforma perchè tutti avevamo detto che erano importanti. Se questo è l’obiettivo, ora rinunciarci solo per questione di metodo, ovvero solo perché Renzi ha indicato un solo candidato, per altro un nome di grande significato votato con ampio consenso in Parlamento, sarebbe poco giustificabile. Credo che dovremo riprendere il percorso delle riforme con rinnovato vigore e questo auspico. Magari con qualche lentezza in più, se dobbiamo stare attenti a ciò che facciamo”.

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