martedì 6 maggio 2008

La virgola, Un occhio attento alle cose italiane …Parlamentari e non …


Il Partito Democratico, le sconfitte elettorali e le ragioni di un’opposizione seria

Il Partito Democratico è un grande partito riformista. È un partito oggi collocato all’opposizione. È un partito che aspira, da solo o in future chiare alleanze programmatiche, a guidare il Paese e quindi a porsi come alternativa al futuro partito del Popolo della Libertà. Ritengo assolutamente necessario, per la democrazia italiana, continuare, sia nel centrosinistra che nel centrodestra, il cammino intrapreso. Un cammino che nel centrosinistra è andato molto più avanti che nel centrodestra, dove un partito unico ancora non esiste. Un cammino che si è rivelato indispensabile per ottenere quella necessaria semplificazione del sistema politico che – di fatto – ha comportato la riduzione dei gruppi parlamentari e che potrebbe – se le scelte saranno conseguenti – portare alla riduzione del numero dei partiti. Un percorso coraggioso, iniziato dal Partito Democratico e Walter Veltroni, che deve proseguire nel difficile rapporto tra partiti e società civile e scaturire in un profondo rinnovamento dei partiti.
Per questa ragione il PD merita il rispetto istituzionale dell’opposizione di ieri che si accinge ad essere il Governo della XVI legislatura. Il Governo – a partire dalla sua composizione – merita il rispetto istituzionale della nuova opposizione. Credo sia necessario mettere da parte il linguaggio dello scontro della campagna elettorale e cominciare ad utilizzare il linguaggio del confronto. Tutto ciò – però –significa avere un atteggiamento severo sui contenuti dei provvedimenti e sulle scelte che farà il Governo. Ecco perché è necessaria un’opposizione seria, capace di ascoltare, di interloquire e di proporre le proprie soluzioni, anche dai banchi dell’opposizione.
Per essere l’opposizione di oggi, che propone e costruisce, occorre un PD forte ed aperto. La leadership deve mettersi in discussione ogni giorno, con le scelte che vengono fatte e le proposte che vengono presentate. Il dibattito interno al PD deve essere forte. Sulle scelte dei dirigenti, dei candidati, dei programmi. Ed occorre un partito autenticamente libero da posizioni precostituite.
Ecco perché credo giusto lavorare nella direzione della costruzione di partiti politici nuovi e forti, anche all’estero. Ci siamo battuti per la sbloccare il sistema politico italiano, accettando tutti i rischi legati alla scelta di dire no al vecchio sistema delle coalizioni, accettando tutte le responsabilità che derivavano dal presentarsi come forza di governo pronta anche a fare un’opposizione nuova, moderna, accettando la sfida della modernizzazione del sistema politico italiano. Oggi abbiamo il dovere di aprire un dibattito profondo al nostro interno ed anche esternamente. Le sconfitte elettorali, nazionale e nelle comunali a Roma, hanno ragioni politiche: nella crisi della sinistra, sui temi politico-culturali che hanno rappresentato la base delle nostre scelte e dei nostri orientamenti, sulle scelte di donne e uomini che saranno chiamati a portarle avanti.

A proposito di bicicletta e pedalate…

Siamo pronti al nastro di partenza. Abbiamo ripresentato le proposte di legge sul riacquisto della cittadinanza, sui diritti sindacali dei contrattisti, sul riordino delle loro carriere professionali. Siamo in procinto di esaminare altre proposte sulla sicurezza sociale e sulla sanatoria per gli indebiti che vanno aggiornate. Avremo un primo banco di prova sulle scelte del Governo per gli italiani nel mondo proprio nel contesto della prossima finanziaria quando saremo chiamati a rendere permanente l’estensione delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia ai residenti all’estero, sostitutive della no tax area, ed introdotte, per il biennio 2007-2008, dal Governo Prodi.
Utilissimo, intanto, farci arrivare segnalazioni di problemi da trasformare in atti di controllo o d’indirizzo e proposte concrete da trasformare in proposte di legge. Altrettanto utile instaurare con tutti i 18 Parlamentari eletti all’estero un rapporto di comunicazione. Noi proporremo un tavolo di concertazione e di discussione che – se ne esisteranno le condizioni – potrà anche evolvere in una Commissione bicamerale. Intanto attendiamo le scelte del Governo per quanto attiene a competenze e deleghe per gli italiani nel mondo. Poi vedremo le proposte per quanto attiene al Comitato permanente per gli italiani nel mondo della Commissione affari esteri della Camera e dell’analogo Comitato del Senato. Poi cercheremo di avere un’idea – spero prima dell’insediamento dei Comitati – delle linee prioritarie del Governo sulla base delle indicazioni programmatiche fornite durante la campagna elettorale. Certamente faremo in modo che gli impegni elettorali – assunti da chi oggi è al Governo e da chi è oggi all’opposizione – siano ben presenti come punti di riferimento generale e sui punti in comune – non certamente pochi – dovremo fare tanto lavoro in comune. Francamente la scelta delle personalità a cui questo compito sarà affidato mi entusiasma meno che il lavoro concreto che abbiamo tutti davanti. Quindi a tutti buon lavoro!

On. Marco Fedi
Deputato del PD

Eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide.

Nessun commento: