martedì 13 maggio 2008

La virgola, Un occhio attento alle cose italiane …Parlamentari e non …


A proposito di governo e governo ombra…

Veltroni ha presentato la squadra che formerà lo shadow cabinet del Partito Democratico. Ritengo che la scelta del governo ombra sia giusta: la politica oggi richiede tempi di intervento rapidissimi ed il modo migliore per offrirsi come valida alternativa di governo è di agire contemporaneamente sul fronte governativo e parlamentare, nella discussione politica generale e nella comunicazione, in maniera coordinata e tale da costruire una consequenzialità tra le cose che diciamo oggi, le proposte alternative che presentiamo dall’opposizione e le scelte e le proposte che faremo quando saremo al governo.
La condizione che dobbiamo ancora costruire, però, è quella di un metodo di confronto parlamentare tra maggioranza ed opposizione, come avviene nei paesi che adottano il sistema dello shadow cabinet da molti anni con successo. Per evitare che rimanga solo un confronto mediatico, fatto di slogan e di annunci. È necessario, in sostanza, dare al governo ombra gli strumenti anche parlamentari per esprimersi – come nel question time without notice. Credo debbano verificarsi anche altre due condizioni, una di queste riguarda la scelte di donne e uomini. Occorre avere la percezione chiara che coloro che hanno oggi responsabilità ombra saranno chiamati anche a responsabilità di governo. Occorre che nel PD si inauguri questa visione della politica e chi assume oggi candidature o responsabilità di opposizione, anche a livello regionale e locale, dovrà continuare ad assolverle, nella vittoria come nella sconfitta. È necessario un partito agile ma strutturato nella logica del governo ombra e quindi in grado di sostenere, insieme al gruppo parlamentare, l’azione dei ministri ombra.
È necessario, inoltre, un aperto confronto internamente al PD, inclusa la vasta platea del popolo delle primarie e la società civile. Per mettere in discussione le scelte programmatiche ma anche, quando necessario, il gruppo dirigente. Un partito davvero aperto deve avere questo coraggio. Intanto Piero Fassino ricoprirà l’incarico ombra degli Esteri e degli Italiani nel mondo. Walter Veltroni ne ha dato l’annuncio durante la conferenza stampa di presentazione del governo ombra. Piero Fassino è stato sottosegretario con delega per gli italiani nel mondo e conosce molto bene tutte le questioni che riguardano le comunità italiane nel mondo. Significativo che a livello ombra abbiamo uno shadow minister mentre a livello di governo…

A proposito del caso Travaglio…

L’Italia non finirà mai di stupirci. Tutto è concatenato in una serie infinita di “errori” che di fatto spinge anche i più solidi sostenitori delle riforme ad agire rispetto agli effetti immediati anziché rimuovere le cause dei problemi strutturali che rendono l’Italia, non solo un Paese “anormale”, ma anche un Paese alla deriva. Il caso apertosi in questi giorni è emblematico. Un giornalista – che può piacere o non piacere – come Marco Travaglio, in una trasmissione nota come “che tempo che fa”, utilizza un passaggio di un libro per ricordare un episodio passato che riguarda il Presidente del Senato Renato Schifani. Travaglio supera non solo il limite del bon ton professionale, ma anche quello del rispetto minimo dovuto alle persone, ed anche alla terza carica dello Stato, quando utilizza toni offensivi.
Il vero obiettivo dell’intervento di Travaglio è però il “giornalismo” servile e l’informazione controllata dai partiti. Problema serio che la politica deve affrontare per riportare chiarezza in una situazione che è molto confusa. Ne spiego le ragioni. Il giornalismo vero non ha timore di portare alla luce i mali d’Italia. Il giornalismo investigativo racconta l’Italia, i suoi problemi e non si ferma davanti alla “politica”. Il giornalismo vero accerta le fonti, verifica, non una ma mille volte, e poi, dopo tutte le cautele possibili ed immaginabili, pubblica. La politica può solo prendere atto della pubblicazione di una notizia. La magistratura indaga se c’è da indagare. Tutti sono innocenti fino a quando non ci sono sentenze che provano la colpevolezza. La politica, in quel caso, è non solo legittimata, ma ha l’obbligo, di esprimersi e di agire. Quale è allora il male d’Italia? Che i giornalisti non fanno più il loro mestiere. Fanno politica e nel peggiore dei modi, camuffandola da “opinioni”. I fatti spariscono. I politici tendono a fare “intrattenimento”, “gossip” o peggio strumentalizzano le poche notizie e le tante opinioni. In questo modo le parole di Travaglio diventano un attentato al dialogo tra maggioranza ed opposizione. La Rai è un covo di attentatori al dialogo e deve essere “privatizzata” o “normalizzata”. La realtà è che esiste un problema legato alla qualità dell’informazione. Che la politica deve fare proprio. Esiste un problema della qualità della politica che deve tornare a discutere di tutto l’assetto radiotelevisivo e dell’informazione e comunicazione, sia pubblica che privata. Tornare a lavorare intensamente nelle aule parlamentari. Prendendo atto del lavoro che fanno i giornalisti. Rispettando il lavoro dei magistrati. Eppure, sono convinto, questa visione è ancora lontana dal realizzarsi e continueremo per qualche tempo ad essere testimoni delle espressioni offensive di Travaglio, dell’assenza di notizie e ricchezza di opinioni dei giornalisti e dell’incapacità della politica di dare risposte.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Marco, conosci la stima che ho per te, ma purtroppo questa volta mi trovi in disaccordo con la posizione presa da te ed in genere dal PD nei confronti di Travaglio.
In una Democrazia che si rispetti la verità non dovrebbe mai essere imbavagliata, così come non dovrebbe esistere la distorsione delle verità per colpa dei "Padri e Padroni" dei media nazionali. La libertà di espressione è sacrosanta ed è sancita dall'Art. 21 e non va toccata! Se tizio o caio si sentono lesi nella propria persona per quanto espresso LIBERAMENTE nel caso in oggetto da Travaglio, hanno tutto il diritto di querelarlo e dimostrare in sede opportuna quanto di offensivo possa essere stato detto.
Ho assitito sia in televisione che su giornali e blog vari a quanto accaduto ed al successivo dibattito che ne è scaturito ed oltre al fatto di aver riportato delle verità, fatti noti, registrati in varie pubblicazioni e la cui diffusione a stampa non ha prodotto in passato querele nei confronti degli autori, non ho sentito uscire dalla bocca di Travaglio nulla di offensivo nei confronti di Schifani. Ciononostante, cosa succede? Destra, centro, Rai, giornali e perfino PD tutti paladini a dare addosso a Travaglio e a santificare Schifani. Stessa cosa nei confronti di Santoro per il caso Annozero-Grillo.
Mi domando come mai la Rai non abbia criticato e chiesto l'allontanamento dalle reti pubbliche a tempo indeterminato di quel cialtrone di Sgarbi che su dieci parole espresse (soprattutto nei confronti di un vero gentleman qual'è Travaglio) 8 erano pesanti insulti del genere testa di ca**o, imbecille e via discorrendo. E ancora, perchè nessuno ha detto o fatto nulla quando Berlusca offendeva Napolitano (vilipendio alla più alta carica dello Stato)? Perchè nessuno fa o dice nulla quando il sindaco di Verona offende ancora Napolitano e mostra con orgoglio che nel suo ufficio capeggia la foto di Pertini come unico Presidente della Repubblica da lui riconosciuto?
I casi da citare sarebbero davvero tanti ma mi fermo qui esprimendo la mia solidarietà a Travaglio che ritengo uno dei pochi, purtroppo, giornalisti indipendenti ed incondizionati, oltre che esempio di onestà intellettuale (se penso a delle vergogne come Belpietro, Fede, Feltri, Ferrara e tutti gli altri nel libro paga del Berlusca rabbrividisco).

Marco Fedi ha detto...

Il riferimento che Travaglio ha fatto rispetto ai trascorsi del Presidente Schifani -che siano tratti da un libro o meno mi pare faccia poca differenza e non è questo il nodo della questione - rappresentano una sua libera scelta e rispetto alla sua scelta non ho obiezioni, fermo restando che lo stesso non ha emesso sentenze e nemmeno fatto accuse. Devo però dissentire sul resto dell'intervista quando Travaglio ha definito la seconda carica dello Stato - riferendosi alla sua persona - con termini noti che non ripeto. Ecco, le offese personali - quasi utilizzate per far sorridere, intrattenere, l'audience, in un bel programma che è già a metà strada tra l'intrattenimento ed "serio", mi sono parse inopportune ed hanno indebolito il ragionamento, invece serio, di Travaglio sulla drammatica situazione dell'informazione in Italia. Per questo dico che sarebbe necessario riflettere su queste cose con animo sereno ed evitando le offese personali. Eccoci allora, siamo arrivati alla conclusione che tutti debbono imparare meglio a fare il proprio mestiere, cosa che sostengo da molto tempo e a non invadere lo spazio lavorativo di altri.

Unknown ha detto...

Gentile Fedi, concordo con Fabio Costa su Travaglio ed aggiungo, prendendo spunto dalla frase finale nella sua risposta, che Travaglio il suo mestiere lo sà fare sicuramente (sarà perchè ha avuto Montanelli come mentore?!), non a caso cercano di ridurlo al silenzio a colpi di querele, ma lui nella stragrande maggioranza dei casi vince sempre la causa come può verificare dalle sentenze pubblicate qui: http://www.marcotravaglio.it/

La verità è che ci vorrebbero tanti altri Travaglio in questa italia dalla quale me ne vorrei scappare per andare a vivere proprio in un paese evoluto e civile come quello dove vive lei adesso, ma mi stò scontrando con la dura realtà delle stringenti regole dell'immi AU di cui ho recentemente avuto occasione di parlare in un thread da me iniziato su altro forum (http://forum.boardaustralia.com/
index.php/topic,146.0.html).
Saluti,
Giuseppe da Catania

Marco Fedi ha detto...

Caro Giuseppe, confermo quanto detto ed il richiamo a fare giornalismo nelle sedi opportune come a fare politica nelle sedi opportune.Utilizzando gli strumenti consoni al giornalismo ed alla politica: oppure facciamo satira, anche politica, che è però diversa dal giornalismo e dalla politica. Ed è un peccato che a volte anche i migliori cadano nell'errore di confondere giornalismo, politica e satira. Per quanto concerne l'Australia sono a disposizione per un'analisi attenta del programma d'immigrazione e dei flussi - senza nasconderne vantaggi e limitazioni.

Marco Fedi