lunedì 1 luglio 2013

Voto estero, Fedi e Giacobbe (PD): “I difetti della legge frenano l’affluenza”




Roma, 28 giu – “Il rischio di pagare l’Imu sulla prima casa e di perdere l’assistenza sanitaria allontana molti italiani all’estero dal voto”. Il commento è di Marco Fedi, parlamentare del Partito democratico che ha partecipato, insieme al senatore Francesco Giacobbe (entrambi eletti nella circoscrizione Estero e residenti in Australia), al seminario sul voto degli italiani all’estero tenutosi oggi alla School of Government della Luiss. L’occasione per l’incontro è stata data dalla pubblicazione in italiano del libro di Giuseppe Battiston, presente all’incontro, e di Bruno Mascitelli “Il voto italiano all’estero: riflessioni, esperienze e risultati di un’indagine all’estero”. In rappresentanza dell’università erano presenti i professori Nicola Lupo e Roberto D’Alimonte. I temi principalmente trattati sono stati quelli delle problematiche dell’attuale legislazione sul voto estero e sulla cittadinanza, introdotti dai dati presentati da Battiston: 60-70 milioni di oriundi italiani nel mondo, titolari di diritto di cittadinanza anche grazie ad avi di sesta o settima generazione, a cui si contrappongono gli iscritti all’Aire, più di quattro milioni nel 2011, in aumento più grazie alla legge per la cittadinanza che per l’emigrazione. Di questi ultimi ha votato alle ultime elezioni il 31%, un dato in calo rispetto al 38% del 2008. Fedi imputa il dato alle difficoltà causate dall’attuale legislazione, dall’Imu all’assistenza sanitaria, che rischia di esser persa nei Paesi che non hanno convenzioni con l’Italia: “Noi pensavamo di rendere obbligatoria la registrazione per il voto estero, ma abbiamo incontrato resistenze”. L’importante per Fedi è che “si faccia una scelta definitiva sulla circoscrizione estero”. Un discorso reso ancora più attuale dai lavori della commissione sulle riforme costituzionali, che potrebbero influire pesantemente sulla sua struttura: “Non siamo sicuri che verrà mantenuta, se la riforma si farà”. Il parlamentare si è anche espresso sulla riforma della cittadinanza: “Io sono a favore dello Ius Soli, ma mantenendo anche lo Ius Sanguinis: bisogna ripensare una convivenza ragionevole tra i due principi”; tutto ciò non senza porre limiti: “E’ assurdo che chi ha un trisavolo italiano prenda la cittadinanza, magari solo per poter entrare nell’Unione Europea”. Giacobbe è sulla stessa linea d’onda: “Il dibattito sullo Ius Soli o Sanguinis è anacronistico, ora ha senso parlare più di partecipazione alla cittadinanza”. Un concetto che è alla base del suo pensiero: “L’importanza del voto di rappresentanti italiani all’estero può stare nel rapporto che questi hanno con le comunità”, viste dal senatore come risorse importanti: “Gli italiani all’estero possono favorire l’inserimento delle Pmi in altri Paesi, grazie anche alla mediazione dei loro rappresentanti in Parlamento”. Un discorso che Giacobbe estende agli scambi tra giovani professionisti, quale modo per migliorare le professionalità italiane e per espandere l’immagine dell’Italia nel mondo. Il pensiero del senatore è andato anche al funzionamento della legge sul voto: “Fuori vanno considerate le cause naturali, gli scioperi, gli errori nelle liste Aire per spiegare la bassa partecipazione al le urne”. A ciò aggiunge che “nell’ultima legislatura i rappresentanti italiani non si sono mai visti all’estero; questo causa sfiducia”. Nonostante ciò per Giacobbe i cittadini all’estero hanno votato meglio di chi è in Italia: “La riflessione è stata più obiettiva che nel Paese, anche grazie all’assenza del voto di scambio”. Al termine della conferenza è intervenuto Massimo Scialla, autore della post-fazione del libro di Battiston e Mascitelli: “Non bisogna ignorare gli studenti Erasmus, i ricercatori e tutti quegli italiani residenti temporaneamente all’estero che di fatto non possono partecipare al voto”. Un tema sul quale Fedi ha dichiarato che esiste una proposta di legge alla Camera, a firma Meloni, ma che ancora non porta una risposta definitiva sull’argomento “che è molto più complesso di quanto non sembri; servono degli strumenti nuovi, indipendenti dall’Aire”. (Lap)

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