venerdì 13 luglio 2012

Fedi (PD): Noi siamo per le vere riforme


Il decreto di rinvio delle elezioni di Comites e Cgie, dopo il passaggio al Senato e la discussione in Commissione Affari Esteri, approda in aula alla Camera per la discussione generale.
In Commissione abbiamo rilevato le criticità di un provvedimento che il Governo ha inizialmente basato sulla mancanza di risorse per l’organizzazione del voto e su nuove modalità di voto elettronico.
Con gli emendamenti presentati in Commissione abbiamo posto all’attenzione del Governo l’esigenza di modalità di esercizio del voto che non rinuncino preventivamente al voto per corrispondenza ma rendano possibili e compatibili più sistemi di voto, in base ad una opzione resa dall’elettore a cui verrebbe comunque chiesto di iscriversi all’elenco degli elettori. Un modo questo per contenere i costi e ridurre il numero di plichi in circolazione cui non risponde una reale intenzione di voto. Abbiamo anche posto la questione delle risorse poiché il mancato recupero sui capitoli degli italiani all’estero dello stanziamento complessivo disponibile per il voto arriva dopo una catena infinita di tagli e riduzioni di bilancio.
Nell’annunciare il ritiro degli emendamenti, a causa dell’impossibilità materiale di far tornare il decreto al Senato, abbiamo anche posto una questione politica importante all’attenzione delle forze parlamentari. Non è possibile riformare la rappresentanza a colpi di decreti ma serve il coraggio delle riforme. Non quella licenziata dal Senato e fermatasi alla Camera: con quella riforma comunque oggi saremmo qui a discutere di proroga poiché nulla cambiava riguardo ai costi elettorali. Anzi avremmo approvato una riforma senza poi poterla attuare. Abbiamo invece bisogno di una riforma vera, che parta da compiti, funzioni e composizione degli organismi di rappresentanza ed identifichi anche regole e costi di elezione, compatibili con funzioni e compiti.

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