mercoledì 25 luglio 2012

Tre interrogazioni su problemi reali degli italiani all'estero


PASSAPORTI AI MINORI: FEDI (PD) INTERROGA TERZI E CANCELLIERI



ROMA\ aise\ - Dal 26 giugno scorso i minori italiani devono avere un proprio passaporto. Il documento deve essere richiesto con l’assenso di entrambi i genitori, qualunque sia il loro stato. Per Marco Fedi (Pd), deputato eletto in Australia, il Governo potrebbe consentire il rilascio del passaporto anche con l’assenso di un solo genitore, se questi ha la potestà esclusiva sul figlio.
Tesi contenuta in una interrogazione ai Ministri degli esteri e dell’interno, Terzi e Cancellieri, in cui Fedi presenta il caso di una connazionale in Australia.
"Dal 26 giugno 2012 – si legge nella premessa – i minori possono viaggiare all'estero solo con un documento di viaggio individuale e devono essere in possesso di passaporto individuale; per richiedere il passaporto per un figlio minore è necessario l'assenso di entrambi i genitori, coniugati, conviventi, separati, divorziati o naturali, e questi devono firmare l'assenso presso l'ufficio in cui si presenta la documentazione; in mancanza dell'assenso è necessario avere il nulla osta del giudice tutelare".
"Il consolato d'Italia di Adelaide – spiega il deputato – non ha ritenuto di accogliere la richiesta di rinnovo di passaporto presentata da una cittadina italiana, residente in Italia e temporaneamente domiciliata in Australia, e la richiesta avanzata contestualmente dalla stessa di concessione del passaporto al proprio figlio minore; la richiesta di concessione del passaporto al figlio minore, pur in assenza dell'assenso del padre, è motivata dal fatto che l'interessata è titolare esclusivo della potestà sul figlio; il consolato di Adelaide ha eccepito di non poter intervenire quale giudice tutelare del minore, in assenza della firma dell'altro genitore, poiché nel caso di specie il minore è residente a Castel di Lama, Ascoli Piceno, e quindi ricadente nella competenza del giudice tutelare di quel territorio".
Alla luce di quanto accaduto, Fedi chiede ai due ministri "quali iniziative si intendano adottare per consentire alla richiedente di ottenere il rinnovo del passaporto italiano in base alle disposizioni in vigore, che consentono il rinnovo e il rilascio del passaporto ai connazionali in transito o temporaneamente domiciliati all'estero, previo nulla osta dell'Autorità italiana competente; se non ritengano sussistere i presupposti per la concessione del passaporto per il minore dal momento che la madre dichiara di essere titolare esclusiva della potestà sul figlio" e, infine, "se non ritengano, nel caso in cui non possa essere accertata la titolarità di cui al punto precedente, di assumere iniziative anche normative, prevedere, anche per i minori, la possibilità che il consolato acquisisca il nulla osta direttamente dal giudice tutelare competente". (aise)

BORSE DI STUDIO E GIOVANI ALL’ESTERO: FEDI (PD) INTERROGA TERZI E PROFUMO


ROMA\ aise\ - Le borse di studio bandite ogni anno dal Governo per i giovani italiani all’estero possono essere assegnate solo agli studenti maggiorenni. Ma ci sono Paesi in cui il corso di studi secondario finisce prima che in Italia, dunque molti giovani sono di fatto esclusi dai bandi. A denunciarlo è il deputato Pd Marco Fedi che sul punto ha interrogato i Ministri degli esteri e dell'istruzione, Terzi e Profumo
"Il Ministero degli affari esteri – rileva Fedi nella premessa – emana per ciascun anno accademico un bando di concorso per borse di studio offerte dal Governo italiano a studenti stranieri o a cittadini AIRE per frequentare corsi universitari e postuniversitari o corsi di alta specializzazione presso molteplici istituti scolastici e formativi; tra i numerosi requisiti previsti per concorrere all'assegnazione di tali borse di studio vi è anche quello relativo all'età dei concorrenti, in base al quale "in nessun caso le borse possono essere assegnate a candidati non maggiorenni"".
Ma, annota Fedi, "in diversi paesi il diploma di scuola secondaria superiore si consegue dopo quattro anni di corso, e non cinque come nel nostro sistema scolastico, con l'evidente conseguenza che gli studenti che compiono un regolare corso di studi arrivano al diploma quando non hanno ancora compiuto il diciottesimo anno di età; la condizione del possesso della maggiore età, in tali casi, diventa preclusiva per la partecipazione al concorso per le borse di studio e, di fatto, costituisce un freno proprio per gli studenti che hanno compiuto con successo il loro corso di studi nelle strutture scolastiche dei loro Paesi di provenienza".
Secondo il parlamentare, "al di là delle ragioni di ordine pratico che possono essere alla base di tale sbarramento, l'esclusione dal concorso degli studenti che hanno dato le migliori prove delle loro capacità di studio è in contraddizione con l'ispirazione meritocratica del bando e con l'intento del Governo italiano di stabilire un rapporto positivo con persone che presumibilmente integreranno le classi dirigenti dei paesi di provenienza".
Per questo, Fedi chiede ai ministri se non si "ritenga opportuno nei bandi di concorso che saranno emanati per i prossimi anni accademici tener conto del più breve sviluppo del corso di studi di scuola secondaria superiore esistente in diversi Paesi e quindi consentire la presentazione delle domande anche a chi, pur avendo un diploma di scuola superiore, non abbia ancora raggiunto la maggiore età" e "se non sia il caso, in linea subordinata, che almeno la maggiore età dei candidati sia rilevata non all'atto della presentazione delle domande ma al momento della formale attribuzione della borsa di studio". (aise)

CITTADINANZA IN AUSTRALIA: FEDI (PD) INTERROGA TERZI E CANCELLLIERI


ROMA\ aise\ - "Dare alle nostre strutture amministrative all'estero indicazioni di semplificazione delle procedure che consentano il riconoscimento di diritti sanzionati per legge".
È quanto richiede l’onorevole Marco Fedi (Pd) ai Ministri degli Esteri e dell’Interno, Terzi e Cancellieri, sottoponendo alla loro attenzione il caso di una cittadina australiana, figlia di un italiano, che ha richiesto la cittadinanza al consolato di Melbourne.
"La signora Cynthia Anne coniugata Logan (nata a Caufield, Vic, nel 1959), figlia del cittadino italiano (jure sanguinis) Carl Francoli, nato in Australia, - riporta Fedi nella premessa – ha inoltrato domanda di acquisizione della cittadinanza italiana al consolato generale d'Italia di Melbourne; tale domanda, molto frequente tra i nostri connazionali in Australia, è stata respinta dal consolato generale di Melbourne per problemi legati ai diversi cambiamenti del cognome del padre, Carl Francoli, avvenuti nel tempo".
"Nel 1957 – spiega Fedi – il signor Francoli (nato Carl Gabriel Francoli), avvalendosi delle normative australiane, ha cambiato il suo cognome in Gabriel (Carl Gabriel) e nel 2005 ha riacquisito il suo nome e cognome originario (come da atti australiani del 2006 e del 2007); nella documentazione fornita dal department of justice di Victoria (Registry of births, deaths and marriages), allegata alla domanda presentata al Consolato generale d'Italia di Melbourne dalla signora Cynthia Anne Logan, vengono riassunti e certificati dalle autorità australiane tutti i passaggi che testimoniano la continuità d'identità del signor Francoli".
Fedi chiede ai due Ministri "se non ritengano di approfondire le ragioni per le quali la richiesta della signora Cynthia Anne coniugata Logan non sia stata accolta, rimuovendo in tempo ragionevole le remore che ne hanno impedito il buon esito finale" e "se non ritengano, in considerazione della frequenza di casi simili dovuti alle opportunità offerte dalle particolari legislazioni locali, di dare alle nostre strutture amministrative all'estero indicazioni di semplificazione delle procedure che consentano il riconoscimento di diritti sanzionati per legge". (aise)

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