giovedì 28 giugno 2007

Considerazioni su anagrafe elettorale degli italiani all'estero, Partito Democratico e DPEF

In partenza per un breve soggiorno in Tunisia, dove incontrerà i connazionali italiani residenti nel Paese nordafricano, l’On. Marco Fedi, eletto nella circoscrizione estero, esprime alcune considerazioni in merito alla polemica, scoppiata in questi ultimi giorni, sulla discrepanza tra i dati AIRE e quelli dell’anagrafe consolare ai fini della composizione degli elenchi elettorali degli italiani all’estero. “È una questione nota a chi si è occupato di italiani all’estero negli ultimi anni”, dichiara il deputato eletto nelle file dell’Unione. “È anche noto che questo incrocio di dati porta eventualmente a cancellazioni indebite. D’altro canto è rischioso lasciare negli elenchi nominativi di persone decedute, oppure recapiti postali sbagliati per il voto per corrispondenza. Noi eletti all’estero – continua - siamo consapevoli delle difficoltà oggettive di tale situazione: la legge elettorale è materia del Viminale, i Comuni hanno competenza per l’aggiornamento dell’AIRE, e il Ministero degli Esteri è la parte di Pubblica Amministrazione che ha contatto diretto con elettori. Pertanto – prosegue Fedi – o si pensa a un intenso lavoro di riforma per riformare profondamente tutta la materia, creando un’apposita agenzia elettorale o affidando la gestione di questa partita elettorale interamente al MAE, oppure si deve rimettere in campo una soluzione già proposta in sede di discussione sulla legge che regola il voto all’estero, la 459/2001: quella di realizzare un apposito elenco elettorale per chi intenda avvalersi dell’opportunità di votare per corrispondenza per i candidati residenti fuori dall’Italia, mantenendo al contempo inalterata la possibilità di optare per il rientro in Italia per esercitare il proprio diritto di voto. Ma bisogna essere consapevoli – avverte il parlamentare – che anche questa seconda ipotesi riguardante l’elenco degli elettori avrà dei costi, dato che occorrerà ripetere l’operazione di informazione e comunicazione presso le nostre comunità che già sostenemmo allorquando entrò in vigore la legge ordinaria”. L’On. Fedi fa quindi una previsione: “Ho paura che in mancanza di una riforma vera, che non sia soltanto ritocchi tecnici sui tempi o sulle operazioni di scrutinio, ma che riguardi anche la collocazione dell’elenco degli elettori e la sua gestione, oppure di una riforma della legge elettorale che introduca l’elenco degli elettori nel quale ci si iscrive volontariamente, in assenza di una di queste due ipotesi, siamo destinati a continuare a lavorare nell’attuale condizione. Una situazione questa, con sistemi informatici non ancora completamente compatibili, e le risorse e il personale della rete consolare insufficienti, nella quale si deve continuare a fare del nostro meglio in condizioni difficili per tutti. Ciò non significa, come trapela da qualche dichiarazione, togliere legittimità alla rappresentanza politica parlamentare emersa dal voto del 9-10 aprile 2006 o dalle future consultazioni politiche”, sottolinea il deputato dell’Ulivo.
Quindi l’On. Fedi passa ad affrontare un’altra questione di attualità politica, la nascita del Partito Democratico, nell’ottica degli italiani all’estero. “Sulla costruzione del PD all’estero credo che i percorsi debbano essere analoghi a quelli che avvengono in Italia. In particolare, il prossimo 14 ottobre anche gli italiani all’estero dovranno poter esercitare il loro voto diretto per il segretario e per le liste di candidati, aperte e presentabili da chiunque, e iscriversi al PD. Inoltre, nel manifesto politico del PD ci dovrà essere un riferimento chiaro al grande patrimonio rappresentato dalle comunità italiane nel mondo, a partire dal quale il nuovo partito dovrà elaborare delle solide proposte di contenuto”.
In conclusione, il deputato diessino avanza alcune considerazioni in merito all’iniziativa degli eletti all’estero riguardo alle politiche economiche del Governo. “Noi parlamentari eletti all’estero tra le file dell’Unione – spiega Fedi – abbiamo presentato all’esecutivo una proposta da inserire nel DPEF. In questo testo si parte delle esigenze della rete consolare, sia per quanto concerne personale e risorse, che in vista di un esame approfondito di ipotesi di riforma. Nella nostra proposta si affronta poi il tema della riforma della legge sulla cittadinanza, in merito al quale chiediamo la ripresa dell’iter parlamentare. A tal proposito, il Governo deve fare chiarezza sui costi da addebitare al provvedimento attualmente fermo in Commissione Affari Costituzionali della Camera”. Il parlamentare di maggioranza insiste: “Ritengo che sia necessaria la massima trasparenza su questo punto. Da un lato, per far avanzare quel provvedimento che ricordo, tra i tanti positivi passi avanti, riapre anche i termini per il riacquisto della cittadinanza italiana, e dall’altro, per prevedere risorse in Finanziaria al fine di sanare le situazioni pregresse, soprattutto in America Latina”. Inoltre, prosegue l’On. Fedi, “sulle questioni previdenziali abbiamo auspicato la ripresa del cammino di tante convenzioni bilaterali sia di sicurezza sociale che contro le doppie imposizioni fiscali, la riorganizzazione dell’Ufficio Rapporti e Convenzioni internazionali dell’INPS, un rapporto più forte con i patronati, la ulteriore accelerazione del processo di informatizzazione, la proposta di sanatoria degli indebiti pensionistici Inps e l’assegno di solidarietà”. Non manca un accenno ai diritti dei lavoratori, in merito al quale “crediamo – dice il deputato eletto all’estero – che debba essere superata l’attuale situazione che esclude circa 1200 lavoratori del Ministero degli Esteri dalla partecipazione alla elezione delle rappresentanze sindacali, e a ciò uniamo l’impegno per una riforma delle attuali condizioni di lavoro”. Riguardo al tema della scuola, e in particolare sulla questione dell’insegnamento di lingua e cultura italiane all’estero, nel testo proposto per il DPEF è ribadita “la necessità di una riforma che tenga conto delle diverse realtà esistenti. È utile – chiarisce Fedi - partire dai Piano-Paese per arrivare a una proposta complessiva che risponda al bisogno di modernità di questo settore”. “Credo – conclude il parlamentare – che su tutti questi temi sarebbe importante un confronto con i sindacati, con le forze sociali in generale e con le amministrazioni dello Stato, per poi passare a una ulteriore riflessione tra i parlamentari eletti all’estero in vista delle proposte da presentare per la Finanziaria”.
28 giugno 2007

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