giovedì 21 giugno 2007

I cittadini italiani all'estero vanno tutelati contro la doppia imposizione fiscale

«È indispensabile armonizzare tutto il settore delle Convenzioni bilaterali contro la doppia imposizione fiscale e rendere le Convenzioni stesse rispondenti ai criteri OCSE».
Questo il parere dell’on. Marco Fedi in seguito alla risposta del Ministro del Lavoro Cesare Damiano all’interrogazione n.4-01856 presentata al Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale e al Ministro dell’Economia e delle Finanze. L’interrogazione, relativa al problema delle doppie imposizioni fiscali per i pensionati italiani residenti all’estero, era stata presentata in data 5/12/2006 dai deputati dell’Ulivo eletti nelle circoscrizioni estere Marco Fedi, Gino Bucchino, Gianni Farina e Franco Narducci.
I deputati avevano chiesto che i pensionati residenti all'estero fossero informati adeguatamente in merito ai loro diritti e doveri fiscali e alle procedure previste dalla normativa nazionale e/o dalle Convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali. In particolare, i pensionati avrebbero dovuto essere informati circa l’obbligatorietà, pena la doppia imposizione fiscale, di compilare gli specifici formulari per la detassazione delle pensioni, per l'eventuale credito di imposta da richiedere ad uno dei Paesi contraenti e/o per il rimborso di tasse impropriamente pagate. Inoltre, nell’interrogazione si chiedeva che le Convenzioni fossero applicate in maniera propria ed uniforme da parte degli Enti previdenziali italiani, in modo da evitare imposizioni illegittime, da più pensionati segnalate, sia sulle pensioni che, come spesso succede, sugli arretrati di pensione, e che le previsioni di tali Convenzioni relative alla tassazione delle pensioni vengano uniformate sulla base del modello OCSE, in modo tale da omogeneizzare e facilitare l'applicazione delle stesse. Infine, si aggiungeva la richiesta che i cittadini italiani residenti all'estero fossero messi a parte in merito alle implicazioni fiscali che l'eliminazione della «no tax area» ed il passaggio dalla deduzioni alla detrazioni d'imposta avrebbero avuto sui loro rapporti fiscali con lo Stato italiano.
Il Ministro del Lavoro Cesare Damiano ha risposto spiegando che l’INPS, agendo in qualità di sostituto di imposta, aveva inizialmente disposto il blocco della «no tax area» a decorrere dal 1/1/2006 secondo quanto previsto dalla legge n. 248 del 4 agosto 2006, e da ritenersi efficace a partire dall’inizio del 2006, in base alla circolare dell’Agenzia delle Entrare n. 28/E del 4 agosto 2006. Successivamente l’Istituto, con la rata di pagamento di dicembre 2006, ha ripristinato la «no tax area» ed il rimborso di quanto trattenuto a novembre. L’INPS ha quindi precisato che verranno effettuate verifiche di competenza presso quelle Sedi periferiche che hanno tassato alla fonte le pensioni anche in presenza di richiesta di detassazione. Riguardo alla chiarezza sulle procedure per evitare la doppia imposizione fiscale, il Ministro Damiano ha aggiunto che l’INPS si attiene alle disposizioni impartite dall’Agenzia delle Entrate, alla quale è demandato il compito relativo all’applicazione delle Convenzioni contro le doppie imposizioni. Infine, nella risposta all’interrogazione viene ricordato che l’Istituto ha avviato già nel 2002 una campagna informativa sul tema diretta a Consolati e Patronati, pensionati, Cepa e Ministero degli Affari Esteri.
L’on. Marco Fedi, primo firmatario dell’interrogazione, rilancia l’iniziativa sul tema: «Discuteremo con il Ministro dell’Economia e delle Finanze sull’opportunità di organizzare un momento di riflessione su tutti questi importanti aspetti». «Del resto - continua - le recenti polemiche sulle modalità dei sistemi di pagamento delle pensioni INPS all’estero mostrano quanto sia importante l’informazione. Pertanto, anche sulle Convenzioni bilaterali in materia fiscale – conclude Fedi – occorre avviare un piano di informazione e comunicazione per le comunità italiane all’estero».
26 aprile 2007

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