giovedì 21 giugno 2007

L'abolizione del permesso di soggiorno breve migliorerà i collegamenti extra Ue

“Tra i privilegi di cui non intendo avvalermi in qualità di parlamentare, c’è quello di poter dire sciocchezze in Aula. Purtroppo ieri ne ho sentite dire molte dai colleghi di centro-destra”. L’on. Marco Fedi, deputato dell’Ulivo eletto nella circoscrizione estero, rigetta al mittente le polemiche dell’opposizione sull’abolizione del premesso di soggiorno breve per gli stranieri, approvata ieri a Montecitorio. “Già è ingiustificato – continua Fedi – il collegamento strumentale tra criminalità e immigrazione. Non si può poi accettare l’idea che l’eliminazione del permesso di soggiorno breve sia automaticamente responsabile del presunto aumento della presenza di clandestini, e tanto meno della criminalità. Del resto, rimane comunque in vigore tutta la normale disciplina dei visti di ingresso”.
“Tra l’altro – spiega il deputato eletto nelle fila dell’Unione - se avessimo mantenuto il permesso saremmo andati incontro alle sanzioni dell’Unione Europea. La sua abolizione è da giudicare un fatto positivo perché consentirà di aumentare le opportunità di scambio, di relazione e di collegamento con le realtà extra-europee”.
Durante la seduta parlamentare di ieri è stato inoltre accolto dal Governo, nella persona del sottosegretario agli Interni Marcella Lucidi, un ordine del giorno proprio su tale materia di cui l’on. Fedi è primo firmatario. Nel testo, presentato insieme agli altri deputati dell’Ulivo eletti nella circoscrizione estero Mariza Bafile, Ricardo Merlo, Gianni Farina, Arnold Cassola, e Franco Narducci, si “impegna il Governo a valutare l’opportunità di adottare iniziative volte a consentire la possibilità di rilascio di un permesso di soggiorno di durata annuale, rinnovabile, per consentire il completamento della pratica di cittadinanza italiana jure sanguinis ai discendenti di cittadini italiani”. Infatti, alcuni di questi ultimi, si sono visti recentemente rifiutare dai rispettivi Consolati la legalizzazione della documentazione locale necessaria per l'iter delle domande di riconoscimento della cittadinanza italiana presso i Comuni italiani. Per sanare tale situazione, l’ordine del giorno di cui l’on. Fedi è primo firmatario impegna inoltre il Governo “a valutare la possibilità di mantenere, in ogni caso, una procedura di rilascio di apposita autorizzazione per l’iscrizione nei registri anagrafici dei Comuni al fine di attivare la procedura di riconoscimento jure sanguinis della cittadinanza italiana, come previsto dalla circolare Ciclosi, n. 28, del 22 dicembre 2002”.
17 maggio 2007

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